Gesù è risorto. Sì, è veramente risorto!

Alla santa Chiesa di Nola

Fratelli e sorelle carissimi,

la risurrezione del Signore è il compimento delle Scritture e della parola stessa di Gesù. Essa è contemporaneamente l’avvio di una nuova fase della storia, condotta dalla forza dello Spirito, inviato dal Risorto come dono, e proclamata attraverso la testimonianza degli apostoli. “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1,8). La risurrezione segna il compimento della parola di Gesù e l’inizio in

noi della vita e della missione della chiesa. Gesù è risorto. È il “per sempre Vivente”, risorto da morte. Di lui noi vedremo sempre e solo dei segni, nella Chiesa, nel mondo. Sarà la fede a dar loro vita. Per noi sarà sempre come una corsa, simile a quella di Pietro e del discepolo amato verso il sepolcro vuoto: bisogna osare, smuovere le menti dalla paura e dalla delusione, convertire i cuori ancora pesanti. La fede conduce lo sguardo a determinare l’ottimismo cristiano, a vedere oltre il mondo che implode, oltre l’incomprensione, oltre la violenza. Certo c’è ancora nel mondo il male in tutte le sue forme, occorre riconoscerlo e smascherarlo, e da esso prendere le distanze, anzi lottare contro di esso. Non da soli però, nella certezza che Cristo lo ha vinto per noi, nella forza inerme dello Spirito Santo con cui il Risorto ci rinnova e ci rinvigorisce. È nella fede che s’illumina lo sguardo. Vediamo il Signore! Sì, anche noi vediamo, Signore. Vediamo la tomba vuota; ascoltiamo il racconto di Pietro, di Maria e delle donne, della chiesa. Facciamo memoria delle sue parole e guardiamo i segni del Pane spezzato e del Corpo ecclesiale adunato nel suo nome. Essi, come l’amore, come il bene, come il bello, sono capaci di spalancarci all’altrove. Dalle ferite gloriose del Risorto entrano nella storia, la nostra storia, spiragli di luce e di vita. Hanno il potere di renderci testimoni con l’intelligenza della fede, la capacità profetica della speranza, col dono dell’amore che condivide, serve nell’umiltà feconda di vita, rigenera. “Gesù è il Vivente!”: questa è la nostra fede, la nostra speranza, la nostra carità! D’ora in poi, dove noi constatiamo morte, c’è il Vivente che dà la vita ai morti; dove c’è aporia, dubbio, vuoto, c’è il Vivente che dà senso alle nostre vite; dove c’è sofferenza e dolore senza vie d’uscita, c’è il Vivente che porta la liberazione, la salvezza. Il Vivente è in ciascuno di noi, se gli permettiamo di prendere dimora in noi (cf. Gv 14,23), in ciascuno di noi, per ravvivare ciò che è morto, per essere vita nei nostri corpi, nella nostra carne. Perché con la resurrezione Gesù è più che mai colui che prende dimora nella carne e nei corpi di noi umani: noi oggi siamo il suo corpo sulla terra, nella storia; noi siamo la sua carne e incontriamo la sua carne nelle sorelle e nei fratelli bisognosi, sofferenti, vittime, ultimi, non riconosciuti, scarti per molti… Siccome c’è il Vivente nel nostro corpo, possiamo dire all’altro che amiamo: “Questo mio corpo è il tuo corpo!” Questo sono io per te. L’esistenza del cristiano, come quella di Gesù Cristo, sarà per sempre una pro-esistenza. E così si vive la danza, la festa pasquale!

Io credo Signore. Credo che sei vivo, che sei Vivente, che sei qui con noi, ora, oggi, risorto e per-sempre-presente. Ti amo, Signore. Rivelatore del Padre. Sguardo amorevole di Dio sul mondo. E ancora proclamo con i fratelli e le sorelle: Gesù è risorto. Sì, è veramente risorto!

21 aprile 2019, Pasqua di Risurrezione

Francesco, vescovo